Nascita di un nuovo centro culturale polifunzionale presso l’edificio ex- Nebiolo di Torino

progetto edificio ex nebiolo febbraio 2021

Torino, 21 settembre 2021 – La Confederazione Islamica Italiana (CII) è lieta di annunciare il progetto per la realizzazione di un nuovo centro culturale polifunzionale presso l’edificio ex-Nebiolo, sito in via Bologna 55 a Torino, volto alla completa riqualificazione della struttura. L’obiettivo di questa iniziativa è di costituire un elemento di qualità nel panorama cittadino, ponendosi al servizio dell’inclusione sociale, dell’internazionalizzazione e delle esigenze della popolazione locale – con particolare riferimento al processo di riqualificazione complessiva del quartiere “Barriera di Milano”, già avviato negli anni scorsi da diverse amministrazioni cittadine.

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Violenza sulle donne, ancora !

Comunicato Stampa_page-0001 Comunicato Stampa_page-0002La Grande Moschea di Roma e la Confederazione Islamica Italiana hanno già conferito mandato ai propri legali di fiducia di valutare la possibilità di costituirsi parte civile nel processo penale a carico di coloro che verranno ritenuti responsabili del delitto di Saman Abbas.
Allo stesso tempo verrà valutata ogni iniziativa legale a tutela della comunità islamica contro ogni forma di strumentalizzazione mediatica della triste vicenda di Saman Abbas che ci offende e ci addolora profondamente.
La vicenda non ha assolutamente delle motivazioni di natura religiosa ma rimanda a tradizioni ancestrali e tribali che sono state importate da contesti lontani, misogini e sessisti, contrari all’ordinamento giuridico italiano ed europeo.
Una catena di dolore, vergogna e disperazione. Una subcultura che viene da lontano e che su “codici d’onore” disumani trova la forza bruta di ferire e perfino di uccidere. Violenza cieca che spinge a compiere delitti efferati e vigliacchi su donne ritenute come proprietà personale. Inciviltà delle relazioni familiari spesso dipinte con linguaggi e temi che del credente in Dio non hanno proprio nulla.
La violenza esercitata sulle donne in nome di una sovrastruttura ideologica di matrice patriarcale, allo scopo di perpetuarne la subordinazione e di annientarne l’identità, è un fenomeno criminale di particolare allarme sociale in cui convergono una molteplicità di questioni.
Il problema dei matrimoni forzati e, più in generale, dei diritti delle donne, va affrontato oltre che con l’inasprimento della pena, per finalità dissuasive, come previsto dalla legge 69/2019 – che all’Art. 7, prevede l’introduzione dell’Art. 558 bis del Codice Penale (Costrizione o Induzione al Matrimonio) – soprattutto con
interventi preventivi sul piano culturale, che facilitino una trasformazione più equa delle relazioni di genere rispetto alla cultura d’origine. Occorrono interventi nelle scuole, nelle comunità e nella società, che favoriscano il recupero fondamentale della memoria storica per consolidare una coscienza e cultura civica capaci di condurre verso la condivisione dei valori democratici, di libertà e di giustizia, sanciti nella Costituzione italiana.
Tutelare i diritti delle donne, anche quando lontane e diverse, richiede che vadano distinti e ben identificati i singoli aspetti della questione, per evitare di scivolare in una narrativa che strumentalmente riproponga confronti di matrice discriminatoria basati sull’intolleranza e sull’ostilità contro le minoranze.
Il drammatico evento di Saman non può essere interpretato e declinato ricorrendo a pareri religiosi (fatwa, etc.) ma va esclusivamente inquadrato nella sua cornice criminale e giudicato con gli strumenti giuridici previsti dall’ordinamento italiano.
Roma, 10.06.2021
Centro Islamico Culturale d’Italia
Segretario Generale
Dott. Abdellah Radouane
Confederazione Islamica Italiana
Segretario Generale
Dott. Abdellah M. Cozzolino

Grave atto di vandalismo a sfondo razzistico presso la sede di Bruxelles del Consiglio europeo degli Oulemà del Marocco

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La Confederazione Islamica Italiana esprime la propria solidarietà al Consiglio Europeo degli Oulemà marocchini per l’atto di vandalismo a sfondo razzistico subito martedì 3 novembre presso la propria sede di #Bruxelles.

In questo momento di difficoltà in cui i cittadini europei si trovano a fronteggiare, da una parte, la crisi sanitaria, economica e sociale determinata dal Covid, e, dall’altra, i drammatici attacchi del terrorismo islamista, assistiamo ai rigurgiti di un populismo nazionalistico che, soffiando sul fuoco dell’inciviltà e dello scontro, ottenebra non poche menti fragili e non sostenute da una solida cultura.

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Un attacco all’Europa

Non possiamo lasciare che cittadini innocenti siano ancora schiacciati da una violenza distruttrice dal volto brutale, in una scuola, in una chiesa e per le strade. Occorre rinnovare l’impegno comune della società civile, dai movimenti laici e religiosi, al vasto mondo delle moschee e dell’associazionismo, per respingere il messaggio di odio e di morte e contribuire a prosciugare quei bacini dove prolifera e si sviluppa l’islamismo politico.

L’attentato terroristico di Nizza, che segue ad altri, recentemente registratesi in Francia, va considerato per gli effetti che esso ha generato e non assolutamente per le sue motivazioni, che rimandano ai retroscena della nostra società europea e che, in questa fase, diventano il pretesto per far precipitare in un riduzionismo concettuale di tipo rivendicazionista.
Il ricorso alla violenza, con finalità terroristiche, va interpretato come un attacco all’identità europea e ai suoi valori fondanti di libertà e di democrazia.

L’omicidio di Nizza, che ricorda il martirio di padre Jacques Hamel, deve impegnare tutti gli uomini di fede ad affrontare in modo unitario questa minaccia infida e cieca, piuttosto che lasciarsi rapire da sentimenti di ansia e di paura.

Le contrapposizioni tra gli stati nelle aree di crisi, in Medioriente e nel Mediterraneo, producono strumentalizzazioni delle tensioni interne attraverso anche i social network, in cui si costituiscono bolle identitarie chiuse e schieramenti contrapposti dove il confronto democratico cede il passo alla ripetizione ossessiva di slogan, all’insulto, alla rabbia e al boicottaggio.

La CII rivolge le proprie preghiere alle vittime di Nizza e ai loro cari, e invita a considerare la laicità in un’accezione inclusiva, come tolleranza nei rapporti civili, non intesa come reciproca sopportazione mediante reciproca condiscendenza, ma come riconoscimento della dignità dell’altrui fede religiosa, come condizione essenziale della convivenza umana.

#TuttiInsiemeControilterrorismo

Il Segretario Generale
Abdullah Massimo Cozzolino