“Crowdfunding e Islam” di Assiya Hajroaui

WhatsApp Image 2020-12-17 at 14.26.08Il termine crowdfunding è formato da due parole: “crowd” che significa folla, e “funding” che significa finanziamento.

Si tratta cioè di raccogliere denaro da più persone per finanziare la realizzazione di un progetto, una sorta di finanziamento collettivo. Questo processo si è diffuso anche in Italia negli ultimi anni, ed è il motore di molti progetti che senza di esso non avrebbero visto la luce, come le startup.

Ed è proprio qui che entra in gioco il crowdfunding: sempre più startup si affidano a questa forma alternativa di finanziamento per raccogliere i fondi necessari per dare vita alle proprie attività.

L’edizione del report di monitoraggio trimestrale, dedicato ai trend demografici e alle performance economiche, aggiornata al 31 Marzo 2020, registra una forte crescita di start up innovative.

Al 31 Marzo 2020 se ne contano 11 206, il 3.1% di tutte le società di capitali di recente costruzione. La Lombardia rappresenta il 27.1% delle start up italiane, il 13.3% delle startup nazionali sono femminili, il 17.5% sono fondate da under 35.

Prendendo in considerazione la vita media di un’azienda italiana oggi, che si riduce a 12 anni secondo lo studio di Unioncamere sulla base dei dati del registro delle imprese, presentata nel corso dell’ Assemblea dei Presidenti delle Camere di commercio italiane, è chiaro che il mercato del lavoro è ormai caratterizzato da insicurezza, volatilità e ambiguità.

Le startup sono la manifestazione dello spirito imprenditoriale, nutrito in gran parte dalla tecnologia, potente amplificatore in un contesto in cui domina la sfida tra cultura dell’impresa tradizionale e spirito innovativo del nuovo millennio.

Ma quale può essere la visione di un giovane musulmano di fronte ad un progetto di startup che prevede il coinvolgimento di investitori e fondi di investimento? I finanziamenti soggetti ad un tasso di interesse potrebbero vincolare i giovani imprenditori musulmani?

La finanza islamica offre delle soluzioni alternative?

Forse il crowdfunding potrebbe essere la soluzione giusta.

Crowdfunding e finanza islamica si basano su concetti molto vicini.

I partecipanti in questo caso non sono investitori, ma piuttosto contributori, un soggetto promotore chiede alla comunità di supportare il suo progetto in cambio di una ricompensa proporzionata alla donazione. I contributori entrano a far parte del progetto, non ricevono interessi ma condividono perdite e profitti.

Il crowdfunding islamico deve inoltre evitare la promozione e la commercializzazione di prodotti non conformi all’etica Halal.

 

Assiya Hajroaui

Giovani della CII