Le sfide della seconda generazione (figli di immigrati) di Mohammed El Harchaoui*

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Non è mai  facile parlare delle problematiche dei giovani; lo è ancora meno se si parla dei giovani  di “seconda generazione “: in questo caso la questione diventa particolarmente complessa.

Quando parliamo di “seconda generazione” parliamo di quei giovani che sono nati in Italia da genitori stranieri, oppure che si sono trasferiti in Italia quand’erano molto piccoli e sono cresciuti qua.

Per analizzare approfonditamente le problematiche legate a questi giovani  e rispondere alle domande ed ai bisogni ad esso connessi, ci sarebbe bisogno di ricercatori ed esperti in materia;  modestamente vorrei però provarci, tralasciando un approccio basato su dati statistici e concentrandomi su problemi legati da una mia analisi della vita quotidiana.

In particolare mi concentrerò su:

  • il giovane
  • il giovane e la famiglia
  • il giovane e la società

Il giovane e la famiglia: I giovani della seconda generazione all’interno della famiglia spesso coprono il ruolo del mediatore interculturale, infatti hanno responsabilità molto importante . Molte delle volte sono i figli che accompagnano i genitori nelle strutture ospedaliere, strutture istituzionali, alle poste, alle banche insomma in tutti quei posti dove i genitori hanno bisogno di supporto linguistico. Spesso ci sono anche  delle incomprensioni  famigliari  avviene che i genitori stranieri siano particolarmente rigidi con i figli nati e cresciuti in Italia. Ciò può derivare dal fatto che i genitori vorrebbero  che i figli non si scostassero dalla loro cultura di origine, senza rendersi conto che  la realtà che i figli vivono è diversa da quella del Paese d’origine, specie quando sono lontani dalla cultura dei genitori e si sentono molto più legati alla società italiana dove sono nati o cresciuti. Frequentare la scuola, le attività sportive e la vita civile come i loro compagni Italiani autoctoni questo fa sì che si sentano di cultura completamente italiana. E così sono. Con questo non voglio dire ai genitori che non possono portare avanti l’insegnamento della cultura, tradizione, usanze e lingua del Paese di origine, anzi; può essere un prezioso arricchimento culturale e far capire loro l’importanza delle radici, ma è anche necessario tenere conto  della realtà quotidiana in cui vivono i loro figli.

_Il giovane e la società:  un grosso problema per i giovani di seconda generazione è spesso quello di ritrovarsi in un Paese dove sono nati e hanno sempre frequentato la scuola , ma ciò nonostante non si vedono riconosciuta  la cittadinanza giuridica. Questa viene spesso vissuta come un’ingiustizia e una disuguaglianza rispetto ai loro coetanei. Vi sono casi in cui questo mancato riconoscimento porta a stati psicologici preoccupanti.  Una  necessità di questi giovani è quella di non sentirsi diversi nel tessuto sociale italiano.  È vero che l’Italia è un Paese accogliente, delle varie usanze e  culture, ma sta ancora un po’  faticando nell’accettare completamente le  varie diversità e c’è bisogno di dire che l’Italia è casa loro.

Il giovane: è anche in base a come il giovane vive le situazioni che ho descritto prima il fatto che lui riesca o meno a inserirsi positivamente nella società italiana. Se ci sono criticità potremo avere un giovane ribelle in famiglia o che si sente non accettato dalla società. Il fatto di avere un retroterra familiare e culturale variegato può portare in dote a questi ragazzi  la flessibilità, la sincerità, la curiosità, la tolleranza: tutti   valori che lo rendonodo automaticamente un mediatore culturale nel tessuto  sociale. La società deve accogliere questa diversità che è un valore aggiunto e non qualcosa di cui avere paura. L’inclusione è compito di tutti: famiglia, i vari organi istituzionali, centri culturali, centri sociali, il mondo intellettuale, mass-media e tutti i colori del  mondo politico, che devono  impegnarsi seriamente e sinceramente trovando i modi e gli strumenti giusti per rendere la vita di questa nuova generazione una realtà che è davvero parte della vita italiana e non qualcosa di estraneo.

*Mohammed El Harchaoui, portavoce Centro Culturale Islamico Amici del Valdarno – coordinatore dei giovani della federazione islamica della Toscana e membro dei giovani della confederazione islamica Italiana.