Il profeta Muhammad ﷺ e la Misericordia (Rahma) di Mohamed Harchaoui*

Come può un assassino compiere questi atti in nome di Allah, senza rendersi conto che la vita è sacrosanta e che le sue azioni non solo non hanno nessun diritto giuridico, morale o divino, ma oltraggiano il Profeta e la religione nel cui nome quella persona dichiara di agire, molto più di quanto possa fare una vignetta offensiva.

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Da musulmano e da uomo che ama e rispetta i propri e i valori degli altri  capisco il malcontento, la rabbia e il dolore che può provare un musulmano quando il nostro amatissimo profeta Muhammad  ﷺ viene rappresentato in modo irrispettoso o addirittura offensivo. Questo sentimento deriva dal rapporto sensibile che noi musulmani abbiamo con il nostro profeta: si tratta di un amore immenso, legato alla sua storia e ai grandi valori che ci ha insegnato, come  amare Dio senza associargli  alcun’altra divinità, essere solidale con il prossimo, curare e custodire la famiglia, rispettare gli anziani, amare i piccoli.

Muhammad ﷺ ci  ha invitato a praticare il bene verso ogni creatura; ha difeso e valorizzato la donna, come l’altra metà della società; ha raccomandato l’uguaglianza, ha stabilito doveri e i diritti di ogni individuo all’interno della società, oltre che a rispettare le  usanze, culture e religioni degli altri; tutto questo lo ha fatto in un periodo storico in cui questi concetti erano impensabili.

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I giovani della CII esprimono preoccupazioni per l’ennesimo attentato terroristico in Francia


Dalla Francia arrivano nuove e tragiche notizie: dopo l’atroce assassinio del professore Samuel Paty, due persone, attualmente sotto la custodia della polizia francese per tentato omicidio, hanno accoltellato due donne musulmane, vicino alla Torre Eiffel, nella serata di mercoledì 21 ottobre 2020.

Questo ennesimo attentato si inserisce all’interno delle crescenti tensioni registratesi in seno alla società francese con l’incremento, da un lato, dei casi di radicalizzazione islamista, e, dall’altro, di episodi di islamofobia, espresse non solo mediante numerosi post e commenti sui social media.

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“La CII firma il protocollo d’intesa con il DAP (Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria) – Ministero di Giustizia” di Mohammed El Harchaoui*

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Un valore democratico e un segnale di fiducia

Non potrei parlare di questo accordo se non come di un atto democratico ed una risposta da parte del Ministero della Giustizia e della CII (Confederazione Islamica Italiana) ad un fabbisogno sociale, culturale che la società multietnica richiede oggi. “L’accordo che ha stipulato il DAP  (Dipartimento Amministrazione Penitenziario) con la CII” – afferma il presidente Mustapha Hajraoui – “consente alla CII, articolata sull’intero territorio nazionale, di poter proporre murshidat e imam in tutti gli istituti penitenziari d’Italia”.

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